di Raphael Luzon
“Gli USA sono sull’orlo di uno scontro frontale con Russia e Cina.” Preoccupati per l’intensificarsi della lotta interblocco, l’escalation della guerra in Europa e l’aggravarsi del conflito commerciale-tecnologico tra USA e Cina Iran e Russia insieme contro gli Usa? La nuova mossa che gli americani temono.
Gli Stati Uniti stanno lavorando per promuovere una mossa diplomatica con l’Iran riguardo al suo programma nucleare, sbagliando, non capendo che l’Iran sfrutterebbe un eventuale accordo per avere più tempo per arrivare alla bomba nucleare.
Ciascuna delle parti opposte (USA, Russia e Cina) è convinta che l’altra parte sia una minaccia strategica e, in assenza di spazio di manovra tra di loro, qualsiasi violazione dell’equilibrio di potere globale e dell’equilibrio del potere nucleare potrebbe portare a un disastro catastrofico.
Secondo il noto diplomatico ed ex Segretario di Stato americano, Henry Kissinger, la capacità distruttiva insita nella tecnologia delle moderne armi guidate/basate sull’intelligenza artificiale (Artificial Intelligence, AI) evidenzia, per lui, l’enorme importanza che riveste il mantenimento del principio dell’equilibrio nelle relazioni internazionali. E così, non solo il mondo si trova atualmente di fronte a una situazione di sicurezza esplosiva e pericolosa che potrebbe andare fuori controllo, secondo lui, la paura di peggiorare le lotte di potere tra le superpotenze obbliga gli Stati Uniti a mantenere il punto di equilibrio tra i suoi numerosi interessi vitali. Ciò, tra l’altro, in vista della sua sconfita strategica di Mosca e del peggioramento del clima di sicurezza globale e, inoltre, vista la corsa agli armamenti nel campo dell’IA, compreso quello nucleare.
In altre parole, gli Stati Uniti devono sforzarsi di raggiungere un cessate il fuoco con la Russia in Ucraina, e guardarsi dal trattare la Cina come un nuovo rivale nello stile della Guerra Fredda e, inoltre, dall’escalation della rivalità con essa e come evitare di spingere la Russia tra le braccia di Pechino e trasformarla in un avamposto della Cina in Europa ed impedire una terza guerra mondiale.
Siamo a una svolta strategica nella guerra in Ucraina, dove la Russia è “con le spalle al muro”. La Cina – il suo più stretto alleato, che media tra le parti – sta conducendo negoziati che dovrebbero ricostruire la fiducia tra le parti e raggiungere una fase decisiva per la risoluzione del conflitto con l’Ucraina.
A questo aggiungiamo la leadership lassista di Joe Biden e alle mosse dell’attuale amministrazione, nei confronti di Mosca, dei rapporti freddi con l’Arabia Saudita e “l’antipatia” verso l’Israele di Netanyahu per non parlare dell’impotenza nel trattare il caso Libia e Sudan.
Nel fratempo, è necessario limitare e frenare la corsa globale agli armamenti nucleari, Iran in testa, ed è importante riconoscere il potenziale danno insito nella penetrazione dell’intelligenza artificiale nello spazio politico-securitario, che si aggiunge alla minaccia nucleare e cambia drasticamente gli equilibri di potere globali e le “regole del gioco” nell’arena internazionale.
Il presidente della Bielorussia, Alexander Lukashenko – alleato e amico intimo di Vladimir Putin – offre armi nucleari “a chiunque sia disposto a entrare nel governo di Mosca”, intensificando la minaccia globale alla sicurezza nucleare. Non solo il sostegno della Bielorussia alla Russia suscita grande rabbia tra i paesi occidentali, ma è già chiaro che la sconfitta strategica dell’esercito russo in Ucraina è una questione critica in cima all’agenda del mondo
Una sconfitta russa nella guerra porterà a gravi sconvolgimenti e instabilità globale. Potrebbe causare il collasso dello stato russo e l’allontanamento di Putin dal Cremlino, aprendo a lotte di potere politico interno. La Russia, in quanto potenza nucleare globale che possiede un’enorme riserva di oltre 15.000 armi nucleari, sarà esposta a un intervento straniero, esterno ed estremamente pericoloso.
L’accresciuta concorrenza strategica e la rivalità commerciale-tecnologica tra Stati Uniti e Cina stanno portando all’inizio di una nuova guerra fredda tra di loro. Soprattutto con riferimento alla crisi di Taiwan e alle prevedibili conseguenze devastanti per l’isola stessa, oltre che per la Cina.
Secondo Kissinger, il mondo è oggi in pericolo di squilibrio.
Le grandi potenze e l’Europa dovrebbero raggiungere l’equilibrio tra le loro varie abilità e punti di forza e quelle dell’altra parte, oltre a riconoscere i limiti del potere insieme all’intensità della distruzione insita nell’uso incontrollato di queste abilità e risorse. Tutto questo, al fine di promuovere un dialogo costruttivo tra di loro, che contribuirebbe a prevenire l’escalation della sicurezza e il deterioramento in una terza guerra mondiale.
I leader mondiali oggi hanno una responsabilità più pesante che mai, poiché devono sviluppare/adotare un approccio pragmatico e realistico, che consentirà loro di destreggiarsi tra alleati e nemici e sfide senza precedenti.
*********
Recentemente si è riaccesa la polemica sulla giornalista della CNN morta negli scontri tra palestinesi e esercito israeliano.
Anche qui risalta la disparità nel tratare questo caso, usandolo contro Israele e presentandolo come un episodio “eccezionale”.
Secondo i dati del Commitee to Protect Journalists (CPJ), dal 1992, 19 giornalisti sono stati uccisi nel conflito israelo-palestinese (questo conteggio non include Abu Aqla), di cui 16 erano palestinesi. Molti altri giornalisti sono rimasti feriti durante le cronache delle guerre, dei combattimenti o dei conflitti e delle manifestazioni nel corso degli anni: alcuni sono stati colpiti dai missili delle organizzazioni terroristiche, altri dai proiettili dei carri armati o dal fuoco vivo e dai proiettili di gomma, e altri ancora rivendicano varie molestie o l’uso di gas lacrimogeni.
Un altro caso che ha provocato rabbia nei confronti di Israele, ma non ha comportato danni ai giornalisti, è avvenuto durante l’operazione “Guardian of the Walls” lo scorso anno, quando Israele ha distrutto la torre delle comunicazioni a Gaza, che ospitava, tra l’altro, gli uffici del notiziario americano agenzia AP, con un bombardamento aereo. I giornalisti e gli altri occupanti della torre sono stati avvertiti in anticipo e sono riusciti a fuggire. All’epoca Israele spiegò, all’ombra dell’indignazione rivoltagli dai media mondiali, che Hamas gestiva dalla torre distruta un’unità impegnata nello sviluppo di un sistema eletronico per interrompere il sistema di difesa dell’Iron Dome.
Nonostante queste morti abbiano ricevuto molta attenzione nel mondo, un esame dei dati sull’uccisione di giornalisti nel mondo rivela che il numero delle vittime in Israele è drammaticamente basso rispeto ad altri paesi del mondo:
Secondo i dati dell’UNESCO, dal 1993, 1.523 giornalisti sono stati uccisi in tutto il mondo.
In Iraq, 201 giornalisti sono stati uccisi durante questo periodo, in Messico 140 sono stati uccisi, in Siria 113, nelle Filippine 112, in Pakistan 86, in Afghanistan 81, in Somalia 75, in India 53, in Brasile 52, in Colombia 48, in Honduras 45, in Algeria 39, in Yemen 39, in Russia 34, in Ucraina 25, in Bangladesh 25, in Libia 24 e in Guatemala 23. Secondo queste cifre, negli Stati Uniti sette giornalisti sono stati uccisi dal 1993, e in Francia otto. Va notato che le cifre dell’UNESCO differiscono leggermente da quelle del CPJ, il Comitato per la protezione Giornalisti, e afferma, ad esempio, che negli Stati Uniti dieci giornalisti furono uccisi in quel momento.
************
Oltre ai punti discussi prima, aggiungiamo le crisi interne di USA e Israele, l’infinito conflitto interno libico a cui si è aggiunto recentemente il Sudan, i disordini interni in Polonia, Francia, il rinnovato patto tra Iran, Siria, Arabia Saudita e altri “aspiranti alla pace mondiale” (eterna…), la crisi economica in Gran Bretagna…si può capire il perché il titolo di questo articolo… “voglio scendere?”.
Raphael Luzon